Un po’ di storia

L’Associazione “Un Tetto” – gruppo per l’affido e l’accoglienza dei minori – ha avviato dal dicembre del 1998 un gemellaggio con la scuola del villaggio di Litva in Bielorussia. Litva si trova nella zona contaminata dalla nube radioattiva conseguente l’esplosione di Cernobyl; come ormai è noto le prime vittime di tale situazione sono i bambini, facilmente colpiti da malattie gravissime. Un soggiorno lontano dalla zona contaminata ed una alimentazione sana e varia può ridurre tali conseguenze fino all’80%.

Il Comune di Litva dista circa 80 km dalla capitale Minsk e ha circa 1300 abitanti dislocati in 14 villaggi; il più grande, Litva, di 300 abitanti è sede del Comune e della Scuola. Litva è un comune estremamente povero, che vive di una agricoltura molto scarsa, purtroppo non sempre sufficiente al fabbisogno locale.

Il progetto

Il progetto di gemellaggio ha tre finalità strettamente connesse tra loro con lo scopo di sostenere Litva e in particolare i ragazzi

  • ospitare i bambini bielorussi in Italia presso famiglie disponibili durante il periodo scolastico per migliorare le loro condizioni di salute precarie a causa nell’esplosione della centrale radioattiva di Chernobyl;
  • sostenere i progetti per gli alunni che promuove la scuola di Litva, unico punto di riferimento confortevole ed adeguato ai loro bisogni
  • dare sostegno a una comunità che vive senza speranza per il futuro, vista la sua condizione di declino sociale ed economico, soprattutto mediante l’appoggio alla scuola

L’ospitalità dei bambini in Italia ha un duplice scopo:

  • sanitario o, come viene definito in Bielorussia, di risanamento. La permanenza in Italia per un mese risana e rigenera l’organismo dei ragazzi;
  • culturale: conoscere esperienze all’estero può diventare per i ragazzi bielorussi un incentivo per la loro vita e per il loro paese. Per questo preferiamo l’esperienza invernale durante la scuola piuttosto che quella estiva, perché in questo modo è possibile incontrare la vita quotidiana e scolastica del nostro Paese.

Il sostegno alla scuola di Litva.

Il nostro referente non è la singola famiglia, ma l’istituzione scuola, di cui promuoviamo i progetti. Infatti la scuola è l’unica realtà di supporto ai ragazzi e sostenerla ha voluto dire finanziare alcuni progetti di carattere umano (come il sostegno economico a famiglie perché potessero accudire un altro bambino, proprio come un affido) e di tipo tecnico (l’acquisto di strumenti come computers, televisione, materiale per la cucina e altro).

Il sostegno a una comunità che vive senza speranza per il futuro.

Questa finalità cerchiamo di raggiungerla, oltre che con le iniziative, soprattutto con il calore umano e la vicinanza per non far sentire sole e isolate le famiglie. Inoltre i responsabili di “Un Tetto” si recano una volta all’anno a Litva.

L’ospitalità in italia

Durante il periodo scolastico vengono invitati i ragazzi della scuola di Litva in Italia con un complicato iter burocratico. Dal 2005 il governo bielorusso ha promulgato una norma per cui non è possibile per gli studenti uscire dal loro paese durante il periodo scolastico per più di quindici giorni se hanno superato la quarta classe (l’equivalente della nostra quarta elementare). Per questo abbiamo allargato l’ospitalità alle scuole vicino alla scuola di Litva: scuola di Rocevic, un villaggio sempre nel comune di Litva distante da Litva circa 7 km, e scuola di Rubijevic, un villaggio più grande di Litva a circa 10 km.

Con chi vengono i bambini. I bambini sono accompagnati dai loro insegnanti e da delle interpreti.

Dove vivono i bambini in Italia. Da delle famiglie disponibili. L’Associazione “Un Tetto” ha già una base di famiglie; a tutti viene chiesto di veicolare l’iniziativa per trovare nuove famiglie disponibili.

Cosa fanno i bambini. Durante la giornata frequentano la scuola fino al dopo pranzo. Poi stanno in famiglia e fanno la stessa vita delle famiglie presso le quali stanno.

Cosa viene chiesto alle famiglie. Di accogliere un bambino o una bambina “come se” fosse una di casa. Le famiglie vengono sostenute prima, durante e dopo l’ospitalità con incontri specifici in gruppo e anche personali.

Cosa viene chiesto alla scuola in Italia

  • La disponibilità di due aule dove possano svolgersi le lezioni delle classi bielorusse.
  • Garantire lo spazio per la mensa dal lunedì al venerdi.
  • Pensare delle piccole attività (sportive, ricreative, di laboratorio…) insieme agli insegnanti bielorussi (ogni scuola avrà un interprete) durante il periodo dell’ospitalità una volta che i ragazzi sono in Italia.

Una rete costruita e da costruire

Il progetto è sempre stato costruito attraverso una rete di relazioni che comprende:

  • i bambini di Litva, i loro insegnanti, gli interpreti bielorussi;
  • le famiglie italiane che ospitano i ragazzi;
  • l’Amministrazione comunale;
  • la scuola di Senigallia con i dirigenti e gli insegnanti;
  • tutti gli Amici che contribuiscono (associazioni, medici, singoli);
  • l’associazione partner in Bielorussia (Indipendent Children’s Aid) e l’associazione “Un Tetto”.